call e bandi

CALL FOR PANEL ASAI VII

In cerca di appartenenza: comunità e divisioni in Africa

VII CONFERENZA BIENNALE ASAI

12-14 settembre 2024 Università degli Studi di Messina


La conferenza è promossa dal Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche (SCIPOG) in collaborazione con Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne (DICAM) e il Dipartimento di Scienze Cognitive, Psicologiche, Pedagogiche e Studi Culturali (COSPECS) dell’Università degli Studi di Messina. Nel comitato scientifico c’è anche Francesca Declich

Verificate eventuali aggiornamenti alla fonte sul sito di ASAI – ASSOCIAZIONE PER GLI STUDI AFRICANI IN ITALIA

CALL FOR PANEL

La cittadinanza è un concetto della modernità che attesta l’appartenenza di un individuo a uno stato-
nazione e implica la titolarità di specifici diritti e doveri. In Africa una grammatica della cittadinanza
è rinvenibile sin dall’Ottocento: nel Nord Africa ottomano la Legge sulla nazionalità (1869) sancì
l’uguaglianza dei sudditi senza distinzione di religione, smantellando il sistema dei millet; nelle
repubbliche boere l’ammissione al godimento dei pieni diritti di cittadinanza era rivendicata dai
coloni britannici, i cosiddetti uitlanders. Dopo la Prima guerra mondiale, gli imperi coloniali
introdussero forme selettive di promozione dei sudditi nativi al rango di cittadini della madrepatria,
che vennero ulteriormente estese con misure quali la legge Lamine Guèye (1945) applicata ai territori
francesi d’oltremare. Negli stati-nazione indipendenti la cittadinanza e l’africanizzazione dei quadri
divennero una componente del processo di costruzione dell’unità e dell’identità nazionali, salvo
emendare la normativa in concomitanza di crisi congiunturali e privare dei pieni diritti di cittadinanza
la popolazione di lontana origine straniera. Anche nella contemporaneità possiamo osservare forme
differenziali di inclusione ed esclusione che coinvolgono individui e gruppi sociali, modellando
disparità di accesso ai diritti e alle risorse, gerarchie di potere e stratificazioni sociali. Difficoltà di
inserimento sono poi vissute, dentro e fuori il continente, dai migranti percepiti spesso come una
minaccia.

Sebbene codificate in un diverso vocabolario, linee di demarcazione esterno/interno e rapporti di
dominio/subordinazione si riscontrano in altri ordinamenti politici e organizzazioni comunitarie,
anche di piccole dimensioni o a potere diffuso. Le tipologie indigene di schiavitù e le gerarchie di
dipendenza attestano l’operatività di meccanismi di sradicamento/integrazione nella lunga storia pre-
ottocentesca.

In un’epoca in cui siamo chiamati a “(ri)apprendere a fare comunità” (bell hooks, Teaching
Communities, 2003) e a occuparci della “manutenzione del vivente” (Joan C. Tronto, Caring
Democracy: Markets, Equality, and Justice, 2013), la VII Conferenza ASAI pone al centro della
riflessione le comunità – entro e oltre il piano della cittadinanza – intese come insiemi dinamici
articolati al loro interno e in relazione con l’esterno, e le logiche divisive o aggregative in azione nel
continente africano e nelle diaspore africane in diversi periodi storici. Il dinamismo si riferisce al farsi
e disfarsi delle comunità, alla coesistenza di comunità istituzionali (stato, enti locali), comunità di
senso e comunità immaginate, nonché alle molteplici e scalari forme di appartenenza.

A titolo illustrativo, le proposte di panel possono vertere sulla varietà di prerogative (privilegi e
garanzie) attribuite o disconosciute. Nel dibattito contemporaneo, a diverse tipologie di diritti sono
state collegate declinazioni peculiari e aggettivate di cittadinanza. Il diritto a un ambiente sano è il
tratto distintivo della cittadinanza ambientale, categoria chiamata in causa, per esempio, in
riferimento alle comunità del Delta del Niger, che chiedono un risarcimento per i danni
(inquinamento, espropri) derivanti dall’estrazione del petrolio. La cittadinanza digitale rinvia al
superamento del digital divide ma al contempo le nuove tecnologie sono strumento di controllo dei
dati e della mobilità. La cittadinanza terapeutica o farmacologica pone l’accento sull’accesso
differenziato all’assistenza sanitaria.

Ancora, l’attenzione può essere rivolta ad attori e gruppi in campo, alla leadership politica e
all’apparato statale ma anche alle relazioni orizzontali e alle linee di discrimine, quali razza, etnia,
nazionalità, genere, classe, religione, come pure le lingue – africane o europee – che hanno disegnato
sia linee di demarcazione che di connessione e scambio (si pensi alle lingue franche o alle varie forme
di pidgin). Il focus su specifiche categorie (schiavi, donne, gruppi etnici, minoranze religiose) può far
luce sullo status di subordinazione ma anche sulle strategie di resistenza, sull’agency esperita o
appresa in un’ottica di pedagogia della cittadinanza attiva. Dagli attori, quindi, ai modus operandi,
che possono essere pacifici o innescare conflitti eventualmente violenti.

Altra lente di osservazione sono gli spazi (urbani o rurali, centrali o periferici) intesi come la
materializzazione delle gerarchie sociali e della segregazione ma anche come luoghi dell’agire
collettivo, dell’elaborazione-enunciazione di istanze rivendicative, della competizione e del conflitto,
del compromesso e del consenso. La localizzazione delle risorse agricole e minerarie porta in primo
piano il territorio e i suoi equilibri ma la scala di riferimento si espande oltre i confini del locale per
includere i luoghi decisionali internazionali, le reti transnazionali di mobilitazione, i portatori di
interessi a vari livelli.

Infine, l’Africa è un laboratorio per osservare le articolazioni della solidarietà e dell’identità e per
interrogarsi sulle forme della cittadinanza individuandone le declinazioni (ad esempio, la cittadinanza
africana nel quadro delle politiche dell’Unione africana) e ragionando su paradigmi interpretativi
come stati senza cittadini, cittadinanza globale, cittadinanze trasversali, cittadinanze cross-border.

La Conferenza è aperta a proposte di panel che sviluppino, da diverse angolazioni disciplinari, vari
aspetti legati alle parole chiave di appartenenza, comunità e divisioni.

Le proposte di panel redatte in italiano e/o inglese dovranno essere inviate entro il 25 febbraio 2024
a: convegnoasai2024@gmail.com corredate da:
• titolo della proposta;
• descrizione di massimo 300 parole;
• nome, affiliazione, e indirizzo e-mail del proponente o dei proponenti.

La comunicazione dell’accettazione verrà inviata entro il 31 marzo. Alla selezione dei panel, seguirà
una call for paper.

Comitato scientifico: Lorenzo Casini, Francesca Declich, Valentina Fusari, Stefano Maltese, Aurora Massa,
Daniela Melfa, Pino Schirripa, Salvatore Speziale, Angela Villani

torna su

infoescapes

Aderenti esterni a Escapes - Laboratorio di studi critici sulle migrazioni forzate, CRC dell'Università degli studi di Milano "La Statale"